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lunedì 20 febbraio 2017

L'Arte del Fabbro come si lavorava il ferro nell'antichità

Anche se oggi non sappiamo ancora quali dei popoli antichi ha per primo e consapevolmente prodotto ferro e acciaio, è ormai certo che in ogni caso il primo impiego di questi materiali è di molto precedente all'inizio di quell'era che indichiamo con l'età del ferro. Secondo l'attuale stato della conoscenza, il ferro è comparso la prima volta in Asia Minore e la prima testimonianza è attribuita ai Calibi, che vivevano a sud est del Mar Nero. Il graduale sviluppo dell'arte siderurgica è avvenuto prevalentemente nei luoghi dove venivano scoperti i minerali di ferro facilmente riducibili ed era disponibile legname sufficiente ad ottenere il carbone di legna occorrente per il processo siderurgico. 

I minerali di ferro (limonite,ematite,siderite,magnetite), per lo più previo lavaggio e arrostimento, venivano fusi con il carbone di legna in forni a fossa, in pozzi di creta e in pietra di cava. I forni impiegati allo scopo, funzionavano in principio con tiraggio naturale, più tardi il tiraggio fu assicurato da mantici a mano. Il prodotto finito era costituito da una grossa massa di ferro o acciaio fucinabile frammisto a scorie la quale, con ripetuti riscaldamenti e fucinature, veniva liberata dalle scorie aderenti e incluse e di norma immediatamente trasformata in prodotti finiti. 



Il colore è un indicatore molto utile della temperatura e la lavorabilità del metallo, man mano che si riscalda il ferro prima diventa rosso, poi arancione, giallo e infine bianco. La temperatura ideale per la maggior parte delle operazioni di forgiatura è quella corrispondente al colore giallo-arancione, più nota come calore di “forgiatura”. Per evitare che la luce ambiente impedisca loro di valutare con precisione il colore del metallo, molti fabbri lavorano al buio, o in ambienti poco illuminati. 

Con la scoperta della “tempra”, il rapido raffreddamento in acqua del metallo rovente, permise di rendere il ferro ancora più duro e resistente. Da popolo a popolo, da civiltà a civiltà, la progressiva esperienza umana nella complessa lavorazione del ferro non ebbe tregua. Si svilupparono e si diffusero in tutto l'Occidente forni per la produzione del ferro greggio, in questo modo, si moltiplicarono e si sparsero ovunque le officine dove il ferro veniva forgiato e lavorato. L'opera dei fabbri raggiunse livelli  qualitativi sempre più alti e i loro prodotti, sempre più richiesti. 

Questa capacità di trasformare i materiali offerti all'umanità dalla terra è un'alchimia. E' uno dei motivi che hanno sempre fatto considerare i fabbri alla stregua di alchimisti e mistici, secondo l'opera di Eliade. L'Arte del Fabbro come si lavorava il Ferro nell'antichità. Fondamentale fu l'introduzione del “coke”, avvenuta nel 700 in Inghilterra. “cuocendo” il carbone (ovvero scaldandolo in assenza di ossigeno) si otteneva carbone “cooked” o coke. Il coke venne utilizzato negli alti forni al posto del carbone di legna, permettendo di incrementare la produzione di ghisa grezza. Dal 1000 al 1500, il ferro veniva lavorato nella bottega del fabbro, esperto nella lavorazione dei metalli. La bottega era un piccolo locale, posto in genere sotto casa, attrezzato con una fucina per scaldare il ferro, il mantice per ravvivare il fuoco, l'incudine in acciaio temprato, una serie completa di attrezzi (martelli, tenaglie, scalpelli). 

Il Fabbro comperava le barre di ferro dolce (ghisa grezza) dai mercanti, e il legno e il carbone dai contadini, e con il suo lavoro produceva una vasta gamma di utensili e armi. Una delle grandi prerogative di questi maestri artigiani fu l'arte di battere il ferro conservando la naturale ruvidezza della materia e la viva impronta del martello. Il ferro doveva restare ferro e doveva essere lavorato a fuoco e martello e solo questi dovevano lasciare il loro sigillo sul manufatto finito. Firenze è considerata una vera e propria culla della lavorazione del ferro. Nel 1200 esisteva già una attività molto fiorente. A quell'epoca la maggior parte dei fabbri, dei ferratori o dei “maniscalchi”, come venivano chiamati, producevano utensili a mano e attrezzi vari per l'agricoltura. Quella dei fabbri e della lavorazione del ferro fu addirittura una delle più antiche corporazioni artigiane della città nella quale si riunirono i maestri fabbri per avere maggiore peso e rappresentatività. Essa apparteneva alle “arti medie” e solo in un secondo momento questa corporazione fu affiancata alle “arti maggiori” come quella della lana. 

L'Arte del Fabbro come si lavorava il Ferro nell'antichità. Concludendo, in questi ultimi anni stiamo assistendo ad una evoluzione della figura professionale del fabbro, dato che non è più solo un artigiano che lavora esclusivamente nella sua bottega, al contrario, il fabbro oggi è da considerarsi al pari di qualunque altro professionista che ritaglia la sua esperienza, adegua e ridisegna costantemente le sue competenze sulla base delle esigenze del cliente e offre un servizio personalizzato, anche di pronto intervento, sostituzione, riparazione e manutenzione, tecnicamente valido sia per tempi e costi. Infatti, il mestiere del fabbro negli ultimi anni è uno dei lavori socialmente più preziosi, utili e stimati.

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