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giovedì 2 febbraio 2017

Il Mestiere del Fabbro fra Antichità e Modernità

Quello del Fabbro è un mestiere antichissimo, si pensa che possa risalire all'epoca Neolitica, quando l'uomo imparò a fondere il rame, dando cosi inizio, oltre 5000 anni prima della nascita di Cristo, all'arte della metallurgia. Infatti, in tale epoca, gli uomini avevano imparato a forgiare i primi rudimentali ma efficaci strumenti metallici, servendosi di forni che permettevano di raggiungere delle temperature elevate necessarie a fondere dunque a modellare i metalli. 

Negli anni a venire la capacità di modellare il metallo, tramite la forgiatura rese la figura del Fabbro una di quelle categorie professionali ( pari ai medici ed agli astrologi) bisognose di aiuti divini, grazie ai quali riuscivano a svolgere al meglio le loro mansioni, denotando a questo antico mestiere un rapporto diretto e mistico con gli Dei. La mitologia greca, con Efesto, Dio del fuoco e degli inferi, temutissimo anche da Zeus, padre degli Dei, conferì alla figura del Fabbro e alla sua arte, un'aurea magica che, lo ha accompagnato fino ai nostri tempi. Non sorprende questo se si pensa all'importanza che doveva avere, allora, il fatto che la propria spada non si spezzasse al primo impatto, in un corpo a corpo con il nemico. 



Stiamo parlando della nascita del Ferro Battuto e della figura del Fabbro, subito visto come demiurgo, artefice capace, con l'ausilio dell'acqua e del fuoco, di plasmare la materia. Gli antichi Romani, assai più pratici e meno “sognatori” dei Greci, dalla cui cultura avevano attinto, trasformarono e realizzarono “l'homo-faber”, ancora produttore di armi ma anche, sempre di più, dedito alla fabbricazione di quegli oggetti “civili” che una società evoluta e cosmopolita, come quella dell'antica Roma, richiedevano. 

Il Mestiere Del Fabbro fra Antichità e Modernità. Con il passare dei secoli e con le esigenze sempre nuove delle mode, il Fabbro, oltre che saper battere il ferro, dovette imparare l'arte del traforo, dell'intarsio (ageminatura) dell'incisione e persino quella di scolpire il ferro. Ai vecchi utensili, la fucina, il mantice, l'incudine, i martelli ecc, dovette aggiungerne dei nuovi, quali, il seghetto, il raschietto, il bulino,il brunitoio e il cesello. Con l'introduzione di macchine idrauliche che facevano funzionare enormi mantici e grossi martelli a caduta, l'officina cambiò aspetto e i fabbri furono costretti a specializzarsi tanto che, per meglio identificarli, vennero usati nomi diversi: Magistri clavarii e Fabbri ferrarii. Al primo venivano affidati lavori di forgiatura di chiavi (clavis), serrature e delle ferramenta complementari, al secondo invece tutte le opere fabbrili necessarie nell'architettura, inferriate, cancelli, balconi, scale, barriere ecc. A difesa degli interessi economici comuni, a salvaguardia della propria categoria e per il progresso della loro arte, si unirono in collegi e congregazioni. Nemmeno i potenti rimasero estranei al fascino e alla magia di quest'arte. Le botteghe artigiane di tutta Europa furono, in ogni epoca, frequentate da re, principi e signori, i quali si compiacevano di soffermarsi a osservare lo svolgersi del duro e difficile lavoro. Alla corte d'Inghilterra il Fabbro aveva l'onore di sedere a tavola con il re e la regina ed era trattato come un ufficiale di alto grado. Lorenzo de' Medici, il Magnifico, si recava di frequente nella bottega del bisbetico Niccolò Grosso, detto il Caparra, il cui nome già indicava le sue capacità e la sua forza fisica. Tanto interesse al lavoro dei maestri artigiani del ferro battuto da parte di personaggi potenti, colti e raffinati, non era sicuramente motivato dalla curiosità, ma dalla certezza che l'arte di battere il ferro era in grado di produrre vere e proprie opere d'arte al pari  delle arti cosi dette maggiori. 

Il Mestiere del Fabbro fra Antichità e Modernità. In piena Rivoluzione Industriale vengono inventate le macchine utensili moderne. Esse si rendono necessarie per costruire i nuovi macchinari in ferro: macchine a vapore, locomotive, telai meccanici ecc. Gli inventori di tali macchine, furono gli inglesi, fino al 1770 circa, le macchine per la lavorazione dei metalli erano poche e grossolane,simili a quelle utilizzate nel Medioevo. Con i nuovi torni e le nuove leghe metalliche disponibili a l'epoca, fu possibile riprodurre in massa, a costi bassissimi, un oggetto che, fino ad allora, aveva richiesto atelier di artigiani e tempi lunghi, la “serratura”, i cilindretti interni potevano essere minuscoli pur rimanendo robusti e potevano essere disposti in tali e tante variazioni di altezza calibrando le molle, in corrispondenza delle dentature della piccola chiave, da essere praticamente infinite. Il Fabbro come antico mestiere che trattava il ferro battendolo a caldo, nel corso degli anni e verso l'era moderna si è evoluto oltre che nelle tecniche meccaniche, anche in diramazioni specialistiche, questo in relazione alle nuove tecnologie e i nuovi metalli e leghe trattate. Il lattoniere che fa le grondaie, interventi di apertura porte, saldature e piccoli  o grandi lavori a domicilio, o chi fa porte e finestre in alluminio per esempio, sono radicati al fabbro come mestiere. Il vero Fabbro come si intendeva una volta è rimasto come mestiere nella realizzazione di oggetti d'arredamento particolari interni ed esterni alle abitazioni, come ad esempio il letto in ferro battuto, particolari cancelli, scale, inferriate ecc.  

Il Mestiere del Fabbro fra Antichità e Modernità. Al giorno d'oggi possiamo solo immaginare quanta fatica e quanto sudore abbiano versato i fabbri del passato, anche solo per costruire un “semplice” cancello in ferro battuto. Ora, con l'avvento delle nuove tecnologie sicuramente la lavorazione del ferro è diventata più semplice, ma la vena artistica e lo spirito professionale misto alla passione per questo mestiere non sono cambiati nel corso degli anni.

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